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Solidarietà per il sisma: i detenuti di Cagliari fanno una raccolta fondi

Già quarantacinque detenuti hanno aderito all'iniziativa, ma anche altri si stanno unendo alla racconta fondi indetta nella Casa Circondariale di Cagliari a favore delle popolazioni colpite dal terremoto. "Chi ha perso la libertà - da detto Solinas, uno dei promotori - non può dimenticare chi soffre"

"Un piccolo gesto di solidarietà per testimoniare alle popolazioni del Lazio colpite dal terremoto la vicinanza umana dei detenuti della Casa Circondariale di Cagliari". Sono le parole con cui Antonello Solinas, uno dei promotori dell'iniziativa, ha motivato la volontà di attivare una raccolta fondi a sostegno dei cittadini duramente colpiti un mese fa dal terremoto che ha distrutto i paesi provocando quasi 300 vittime. L'iniziativa è stata resa nota da Maria Grazia Caligaris, presidente dell'associazione Socialismo Diritti Riforme, che ha incontrato il recluso dell'istituto di Cagliari-Uta "Ettore Scalas" in occasione dei colloqui.

"Le immagini che abbiamo visto attraverso i mezzi di informazione non potevano lasciarci indifferenti. Assieme ai ristretti della sezione 'Gallura' - ha sottolineato Solinas - abbiamo iniziato la raccolta fondi. Attualmente hanno aderito 45 detenuti ma siamo convinti che anche quelli delle altre sezioni si uniranno non appena saranno informati adeguatamente. Abbiamo anche chiesto il sostegno del diacono Mario Marini e del cappellano. Nella nostra struttura detentiva - precisa Solinas - la parola solidarietà non è una parola vuota. Anche se le disponibilità sono limitate intendiamo contribuire a dare un sollievo a chi soffre per un evento straordinariamente violento. Chi vive l'esperienza della perdita della libertà non può dimenticare quanti nella vita si sono trovati all'improvviso in una condizione di disperazione".

"Un'iniziativa ammirevole - evidenzia Caligaris - che testimonia la sensibilità di persone che nella maggior parte dei casi per le condizioni sociali dovranno rinunciare a soddisfare un proprio bisogno per poter partecipare alla gara di solidarietà. Aldilà dell'esito della raccolta, è un segnale importante che mostra un tratto umano, spesso ignorato, di chi sta scontando una pena detentiva".

red/lg

(Fonte: Ansa)